Se il dentista veste i panni del paziente

Mi è capitato recentemente, a una cena, di masticare inavvertitamente un granello di sale grosso… Una sensazione molto spiacevole, un trauma doloroso, poi scopro che mi sono frantumato un dente.

Era di sabato e mi sono immediatamente preoccupato di come affrontare il problema… All’improvviso si sono accumulate tante ansie: il dolore aumenterà? Che calmanti mi conviene prendere? Dato che prima di lunedì rischio di non trovare assistenza… Dovrò chiamare un dentista ma quando mi riceverà? E che tipo di intervento dovrò subire? Mi trapaneranno? Sarà doloroso? Riuscirà veramente il dentista a sistemarmi il dente spezzato? Mi toglieranno il dente? Quante volte dovrò andare in ambulatorio? E quanto mi costerà? Posso fidarmi? Non stiamo parlando di un dito slogato ma della mia bocca!

Ecco cosa mi è passato per la testa dopo questo incidente. Vi sembrerà paradossale ma io di professione faccio proprio il dentista!

Sono un medico chirurgo odontoiatra ma anch’io ho le mie ansie e le preoccupazioni, come i pazienti che curo ogni giorno. Certi casi della vita, magari banali come quello che vi ho raccontato ci insegnano molte cose, ad esempio è utile ogni tanto ritrovarsi improvvisamente nei panni degli altri, e così poter capire in prima persona i dubbi, le preoccupazioni e i timori di chi ha bisogno di cure mediche delicate e importanti come quelle odontoiatriche.

Perché con i denti non si scherza: serve competenza, esperienza e qualità degli interventi, attrezzature e materiali d’avanguardia. È rischioso e scorretto operare nella bocca di una persona senza disporre di queste caratteristiche professionali e tecniche. Poi interviene quell’imponderabile ma fondamentale rapporto di fiducia che si deve instaurare fra medico specialista e paziente/cliente: senza fiducia, quella sorta di “complicità” positiva fra medico e paziente, non si possono raggiungere buoni esiti, con soddisfazione reciproca.

Spesso il paziente è ignaro su cosa si interviene (e su come si interviene) rispetto ai suoi problemi.

Recentemente, in molti “ambulatori e cliniche”, anche all’estero, molto si gioca sulla convenienza tariffaria. Come se la salute e la cura dell’apparato dentario si potessero risolvere in una questione commerciale. Certe tecniche odontoiatriche – oggi molto in voga e molto pubblicizzate – come l’implantologia possono sembrare una strada semplice, efficace e conveniente di cura. Ma nonostante la seduzione di questi metodi innovativi, la via può risultare una “scorciatoia”, forse utile a chi la propone ma non sempre virtuosa ed efficace per il paziente.

La fiducia di cui parlavo prima significa anche diagnosi accurate e proposta di alternative di cura per il cliente, sul piano dei metodi, dei tempi e dei costi. Rendere consapevoli e consentire di scegliere prima di operare è fondamentale nella nostra professione. È quello che può avviare un rapporto autentico e trasparente con i pazienti, come indica la deontologia professionale. Modus operandi, tecnologie, materiali, specializzazioni, costi: su tutte queste componenti va fatta opera di informazione e divulgazione al paziente, con responsabilità, prima di effettuare qualsiasi azione.

Ne parleremo diffusamente nei prossimi articoli.

A proposito del dente spezzato: è andato tutto bene, me l’hanno recuperato senza alcun dolore. Senza sostituirlo, ho preferito seguire il pensiero che sia meglio salvare il dente, quando sia possibile con ragionevole certezza, perché quello che natura ci ha donato è un bene supremo che dobbiamo tutelare.

Dottor Carlo Ercolani