Odontoiatria: un settore da riformare

È necessario ricondurre la professione all’etica e al servizio del paziente, in funzione sociale.
Ma servono anche incentivi fiscali e più prevenzione.
Recentemente su queste pagine ho introdotto il tema dell’ odontoiatria sostenibile (vedi articolo del 31 ottobre scorso ndr). In tempi di crisi e di grandi mutamenti economici e sociali la sostenibilità finanziaria delle cure sanitarie è fondamentale anche se non può essere disgiunta dalla qualità e professionalità delle prestazioni. Il settore dentistico – si diceva – ha perso nel nostro Paese oltre un terzo dei clienti, per la semplice ragione che molti cittiadini non possono più permettersi i costi delle cure, anche quelle essenziali, e altri si sono rivolti all’estero dove i prezzi degli interventi sono sensibilmente più bassi, anche se non sono sempre garantiti sul piano igienico e sanitario. È evidente che il settore della medicina odontoiatrica va riformato, anche alla luce della non sempre efficiente ed efficace liberalizzazione della professione, che per certi versi sta creando più danni che vantaggi, sia ai pazienti che ai medici dentisti. Se liberalizzazione vuol dire “concorrenza selvaggia” a colpi di tariffe stracciate, tecniche “risolutorie”, tempi di intervento immediati, c’è qualcosa che non va…
E i primi a rimetterci saranno i pazienti, le cui necessità individuali come persona sono sminuite a un numero, a un preventivo, a modalità di pagamento della parcella, e a tempi cronometrati. Alla faccia della deontologia e dell’etica dettata dal giuramento di Ippocrate!
Il giusto profitto va riconosciuto a chi esercita correttamente l’attività dentistica, ma orientare tutto o prevalentemente al business non può essere l’unico obiettivo professionale. Perché, in tal modo, chi soffre di seri disagi ai denti rischia di passare dalla padella alla brace. Credo sia necessario rimettere al centro della professione l’uomo e la funzione di servizio del medico, con tutte le responsabilità che questo comporta.
A partire dal rapporto fiduciario fra il dentista e il suo paziente che deve sempre essere informato in modo trasparente sulle sue condizioni di salute e sulle possibili soluzioni terapeutiche, consentendogli di scegliere correttamente ciò che può e vuole fare.
Il nostro campo ha subito una deriva “commerciale” che travalica le funzioni della professione odontoiatrica. Inoltre, molti materiali e tecniche innovative, soprattuto nell’ambito dell’implantologia, presentate e praticate come un “toccasana” di tutti i mali dell’apparto dentario andrebbero promosse e utilizzate con maggiore perizia e cautela. Secondo alcune autorevoli previsioni di studiosi del settore, certi interventi potrebbero rivelarsi non proprio efficaci per la salute duratura della bocca di tanti pazienti. Con conseguenze spiacevoli per le persone che hanno adottato queste cure, per chi le ha soministrate, seppure in buona fede, e per la reputazione dell’intera categoria.
Per questo è necessario che lo Stato con i suoi organi di controllo e l’ordine professionale si impegnino ad effettuare puntuali verifiche sui requisiti di chi e come si mettono le mani in bocca ai pazienti, frenando chi non ha le carte in regola.
Poi come ho già scritto, per concretizzare veramente il diritto alla salute, sarebbe opportuno attuare una detrazione fiscale totale delle spese per le cure odontoiatriche di emergenza, indispensabili anche per tutelare lo stato di salute generale delle persone. E magari arrivare ad una detrazione del 40-50%, invece, per le cure più opzionali e individuali. Sul piano delle tariffe andrebbe mantenuta una tariffa minima, adeguata ai tempi di ristrettezze economiche ma andrebbe calmierata anche la tariffa massima. Infine, sul piano della sanità sociale, sarebbe opportuno favorire uno screening di massa di bambini e adolescenti per un esame sullo stato dentale e posturale. Si tratta di una prevenzione funzionale che potrebbe evitare interventi complicati e costosi in età matura, quando attorno ai 50 anni emergono tutti i malanni del caso, se sono stati trascurati in precedenza.